News - 21 aprile 2025, 09:00

Pasqua 2025, un affare complessivo di 43 miliardi di euro

Tra tradizione, liturgia e mondanità, la Pasqua, una delle commemorazioni più significative del calendario cristiano e non solo, anche nel 2025, sembra risorgere in gran parte degli italiani la voglia di partenza e spessa, malgrado l’inflazione e di conseguenza il caro prezzi. 

Pasqua 2025, un affare complessivo di 43 miliardi di euro

Circa 11,3 milioni il numero di italiani a mettersi in viaggio, di cui 2,7 milioni prolungheranno la vacanza incentivati da un ponte particolarmente lungo quest’anno, iniziato Venerdì Santo fino ad oggi Lunedi dell’Angelo, passando poi per le festività del 25 aprile e il Primo Maggio che induce all’aumento della scelta del numero di giorni in vacanza e, di conseguenza, anche al decollo della spessa media pro-capite, stimata pari a 438 euro. 
Un impatto più che positivo per l’industria del turismo italiano, che conferma la sua leadership come una delle mete più ambite anche per i visitatori stranieri in questo periodo. Benefici anche per l’industria dei servizi e il comparto alimentare, che insieme genereranno un giro d’affari complessivo di 43 miliardi di euro.
L’impatto è però decisamente negativo per l’economia delle famiglie italiane, che hanno dovuto affrontare un rincaro della spesa complessiva per il tradizionale pranzo di Pasqua, in aumento di circa 100 milioni di euro rispetto al 2024, con un esborso totale per gli acquisti alimentari delle feste superiore ai 2 miliardi di euro.

Ma andiamo ai dettagli 
Secondo i dati dell’indagine realizzata da Tecnè per conto della Federazione dell’Associazione Italiana de Alberghi e Turismo, Federalberghi, per ponti e per i giorni festivi Pasquali di quest’anno l’88% degli italiani ha scelto l’Italia mentre il 12% restante ha optato destinazioni estere. Tra quelli rimasti in Italia le mete preferite sono il mare (34,9%), la montagna (23,9%), le località d’arte (18,5%) e, a seguire, i laghi (5,5%) e le località termali (1,3%). Per coloro che invece si recheranno all’estero hanno la meglio le grandi capitali europee (76,6%), seguite da quelle extraeuropee (13,2%), dal viaggio in crociera (5,7%) e dalle località marine (4,5%).  
Per quanto riguarda il pernottamento, pur avendo la meglio la tendenza all’alloggio presso casa di parenti e amici (42,4%), si registra il boom di prenotazioni secondo l’indagine svolta da ISNART nell’ambito dell’Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di Commercio, con tasso di riempimento camere per il periodo pasquale di oltre il 60%, corrispondente ad oltre 670 mila camere vendute, per un fatturato stimato di circa 128 milioni di euro, solo nel comparto ricettivo alberghiero. Il trend di prenotazioni più consistente si è fatto segnare nelle mete del turismo slow delle aeree interne del Paese, dove si raggiunge oltre il 70% di camere occupate. Su questi numeri, incide sicuramente l’apporto del turismo estero. Come rileva Enit S.p.A., gli arrivi aeroportuali complessivi in Italia dall’estero nel periodo Pasquale sono previsti in aumento del +4,5% rispetto all’anno precedente. Il 28,4% di questi flussi è atteso a Roma, sulla scia dell’effetto Giubileo. 

Il Quadro 
Sia nel turismo che nella filiera alimentare, l’impatto economico durante il periodo pasquale sarebbe stato ancora più significativo se non ci fosse stata l’inflazione, che a marzo si attestava al +1,9%, appena al di sotto della stima preliminare del 2%. A pesare sull’economia degli italiani contribuisce anche il caro prezzi.
A pesare sul bilancio non è solo l’inflazione, ma una serie di aumenti che toccano trasporti, alimentari e altri settori, a denunciarlo sono Federconsumatori e Assoutenti, parlando apertamente di una festività sempre più fuori portata per molti. Infatti, accende un forte segnale de allarme che solo 1 famiglia su 6 possa allontanarsi da casa durante le festività Pasquali. In effetti, i trasporti subiscono un rincaro medio del +51% sui treni, del +60% sui voli nazionali, del +41% sui voli internazionali e del +86% sui pullman. Il pernottamento in albergo costa mediamente il +66% rispetto al weekend precedente e il +5% rispetto al 2024. La spesa di ristorazione si alza mediamente del 7% in più rispetto al weekend precedente e il 6% in relazione alla Pasqua 2024, perciò quest’anno solo 1 famiglia su 4 deciderà di mangiare fuori casa.  
Per chi rimane a casa la situazione non cambia di molto, secondo il Centro di formazione e ricerca sui consumi (Crc) e l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori (Onf), anche i prodotti pasquali tipici hanno subito un’impennata di prezzi in media del +6,2% rispetto allo scorso anno. Le uova di Pasqua oscillano un aumento dal + 7,4 % al +20 %, le piccole del 10%. A incidere non è solo il caro cacao – da tempo sotto pressione sui mercati internazionali – ma soprattutto il ricalcolo dei prezzi lungo la filiera, spesso ingiustificato. Le colombe costano mediamente il 6% in più, le uova fresche segnano da un +4,4 % a un + 7,5%, mentre la carne cresce del +3,8%, con picchi del +8,2% per l’agnello. 

Nota 
Come scrisse Billy Graham "L'intero piano per il futuro ha la sua chiave nella risurrezione". 

Buona Pasqua e Buon Lunedi dell’Angelo a tutti. 

Eradis Josende Oberto

SU