News - 25 marzo 2025, 09:00

La direttiva CSRD: cosa è e chi sono i soggetti obbligati al reporting

Nuovi obblighi di rendicontazione e l’impulso verso una maggiore trasparenza aziendale

La direttiva CSRD: cosa è e chi sono i soggetti obbligati al reporting

La Direttiva 2022/2464 dell'Unione Europea, nota come CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive), rappresenta una delle principali novità nel panorama normativo europeo in materia di rendicontazione non finanziaria. Essa si inserisce in un contesto di crescente attenzione verso la sostenibilità, con l’obiettivo di rafforzare la trasparenza delle informazioni relative agli impatti ambientali, sociali e di governance delle imprese.

Cosa prevede la Direttiva CSRD?

La CSRD amplia e aggiorna la precedente Direttiva 2014/95/UE (nota come NFRD - Non-Financial Reporting Directive), introducendo una serie di obblighi di rendicontazione più dettagliati, precisi e strutturati. L’intento della Commissione Europea è quello di garantire che le aziende comunichino in modo più chiaro e completo il loro impatto su vari aspetti della sostenibilità, permettendo agli investitori, alle autorità di regolamentazione e agli altri stakeholder di prendere decisioni più informate.

In particolare, la direttiva prevede che le imprese forniscano informazioni su:

  1. Sostenibilità ambientale: impatti sulle risorse naturali, cambiamenti climatici, economia circolare, biodiversità.
  2. Sostenibilità sociale: diritti umani, relazioni di lavoro, diversità e inclusione, impatti sulle comunità locali.
  3. Governance: struttura della governance, etica aziendale, trasparenza delle decisioni.

Il reporting deve essere effettuato secondo standard comuni, in modo da garantire la comparabilità dei dati a livello europeo. A tal fine, la Commissione Europea ha sviluppato degli EU Sustainability Reporting Standards (ESRS), che forniscono linee guida chiare su come raccogliere e presentare le informazioni.

I Soggetti Obbligati al Reporting

La CSRD introduce importanti novità in merito ai soggetti obbligati a fornire il report di sostenibilità. Se prima, con la NFRD, solo le grandi aziende pubbliche e quotate erano obbligate a fornire una rendicontazione non finanziaria, la CSRD amplia significativamente il perimetro di applicazione, includendo nuove categorie di imprese. In particolare, sono obbligati a seguire i nuovi requisiti di reporting:

  1. Le grandi imprese: tutte le società che rientrano in una delle seguenti categorie:
    • Hanno più di 250 dipendenti.
    • Hanno un fatturato superiore ai 40 milioni di euro.
    • Hanno un attivo superiore ai 20 milioni di euro.

Queste società, che per la maggior parte sono già soggette agli obblighi della NFRD, dovranno ora rispettare un reporting molto più dettagliato e strutturato.

  1. Le PMI quotate: Le piccole e medie imprese che sono quotate in borsa sono ora incluse nell’ambito di applicazione della CSRD. Queste imprese, che prima erano esonerate dalla rendicontazione non finanziaria, dovranno ora adeguarsi ai requisiti della direttiva. Tuttavia, per loro, potrebbero essere previste norme semplificate, in modo da non gravare eccessivamente sulla loro operatività.
  2. Le società non europee con filiali in Europa: Anche le aziende non europee che operano nell'Unione Europea, qualora abbiano una filiale o un'attività rilevante in Europa, sono obbligate a rispettare i requisiti della CSRD. Questo garantisce che le aziende globali con impatti significativi sul mercato europeo non possano sottrarsi alla rendicontazione.
  3. Le società con interesse pubblico significativo: La direttiva si applica anche a tutte le società che, pur non rientrando nelle categorie di grandi imprese, sono considerate di interesse pubblico, come le banche, le compagnie di assicurazione e altre entità simili.

Le Implicazioni per le Imprese

Le nuove normative impongono alle aziende di adottare un approccio più olistico alla gestione delle informazioni non finanziarie. La CSRD, infatti, non riguarda solo la redazione di un bilancio di sostenibilità, ma implica anche un cambiamento nella strategia aziendale, con una maggiore attenzione alla gestione dei rischi ambientali e sociali e una chiara comunicazione di come l’impresa gestisce tali rischi e opportunità.

Le aziende dovranno implementare sistemi di raccolta e monitoraggio dei dati sostenibili più strutturati, coinvolgendo spesso anche i fornitori e altre parti terze per raccogliere informazioni rilevanti. Inoltre, l’audit delle informazioni fornite sarà una prassi obbligatoria, come avviene già per i bilanci finanziari, per garantire che i dati siano affidabili e accurati.

Conclusioni

La Direttiva CSRD rappresenta un passo significativo verso una maggiore responsabilizzazione delle imprese in relazione ai temi della sostenibilità. Con l’espansione dei soggetti obbligati al reporting, la Commissione Europea intende spingere le aziende verso una gestione più trasparente e responsabile degli impatti ambientali, sociali e di governance. Non si tratta più di una semplice rendicontazione, ma di un'opportunità per le imprese di dimostrare il loro impegno verso un modello di business sostenibile, contribuendo, al contempo, alla creazione di un'economia più verde e inclusiva.

Andrea Nano

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