News - 17 marzo 2025, 09:00

50 anni di Radio Private in Italia, un’impresa tutta da raccontare.

Radio Milano International One o One, la pioniera, che evolve radicalmente la storia di un paese e il modo di concepire e di fare la radio italiana, prima d’ora un Monopolio Rai

50 anni di Radio Private in Italia, un’impresa tutta da raccontare.

Correva l’anno 1975 quando il 1° gennaio si comincia a sentire una frequenza chiamata Radio Parma, idea in qualche modo replicata a Milano due mesi dopo esattamente il 10 marzo 1975, quando da un appartamento in Via Locatelli 1, con un trasmettitore militare, un mixer a tre canali, due piatti, qualche disco e microfono aperto, si mette in atto una delle operazioni di comunicazione più azzardate della storia italiana, rivelandosi un successo senza precedenti, era in onda l’emittente Radio Milano International One o One. 
I fondatori e ideatori, due coppie di fratelli appena ventenni, Angelo e Rino Borra insieme a Nino e Piero Cozzi, in arte P3, mossi dall’entusiasmo e dal desiderio di innovazione e cambiamento, intrapresero inconsapevolmente un'impresa che segnò la fine del monopolio Rai nel settore. Fino al 1974, infatti, in Italia la legge riservava allo Stato l'esclusivo esercizio della radiodiffusione circolare. 
A pochi mesi dall'inizio delle trasmissioni, il loro sogno sembrava svanire quando furono sequestrati tutti gli impianti, ma riuscirono a vincere la causa e riprendere le trasmissioni. Influendo in qualche modo sulla sentenza decisiva della Corte costituzionale (n. 202 del 28 luglio 1976), con la quale venne liberalizzata la trasmissione via etere in ambito locale, le radio libere ottennero così copertura legale e col tempo poterono moltiplicarsi su tutto il territorio nazionale, portando alla definitiva liberalizzazione delle frequenze radio. 
Questo evento costituì una delle più grandi rivoluzioni socioculturali degli ultimi tempi, influenzando il cambiamento nel costume e le tradizioni di un'intera nazione attraverso la libera comunicazione, dall’informazione alla scelta musicale, fino al nuovo modo di fare impresa attraverso le radio indipendenti. 

L'Evento. 
Per i festeggiamenti dei 50 anni delle Radio Private in Italia, ci sono state diverse iniziative, tra le più significative, il flash mob in Via Locatelli promosso da Fausto Terenzi, voce storica della radio, insieme a Giuseppe Fiorellini, e Il Convegno per i 50 anni di Storia delle Radio Private, organizzato dalla F.I.P.I(Forum Internazionale per la Proprietà Intellettuale), presso il Belvedere Jannacci di Palazzo Pirelli, con il benvenuto di Federico Romani, attuale Presidente del Consiglio  Regionale della Lombardia, e la partecipazioni di figure emblematiche della Radio.  
Aprendo le danze Piero Cozzi, fondatore di Radio Milano International, in collegamento, anche Albertino, attuale direttore di M20 Radio nonché storica voce di Radio Deejay, approdato in Radio Milano International per due anni. Hanno ricordato alcuni dei protagonisti e maestri radiofonici che ne hanno fatto parte: Claudio Cecchetto, Fausto Terenzi, Gerry Bruno, Gerry Scotti, Leopardo, Massimo Oldani, Linus e tanti altri. Come Gigio D’Ambrosio, per anni voce inconfondibile di Rtl e Mediaset, ex direttore artistico per 25 anni ,di One o One chi è intervenuto in sala insieme a Ronnie Jones, voce straordinaria di Radio Milano International e Rtl, Malcolm MacDonald Charlton, nome del celebre Nick The Nightfly di Radio Monte Carlo, Fernando Proce, conduttore oggi di Radio 101, storico personaggio radiofonico di RTL, l’attuale direttore di Radio 101, Daniele Tognacca e tanti altri,  presentati dal carismatico Alex Peroni ex conduttore di RMI, 105 e Rtl .  

Ma quante sono le Radio private in Italia e come è cambiata la radio oggi? 
Attualmente, in Italia si contano oltre 1.200 radio private, che operano a livello nazionale, regionale e locale e che continuano a giocare un ruolo fondamentale nel panorama mediatico italiano. Con l’avvento delle nuove forme ascolto e tecnologie, la radio non è più la stessa di una volta, perdendo in qualche modo genuinità e libertà ma guadagnano in solidità, stando ai passi coi tempi, riuscendo a trasformarsi e adattarsi sempre, restando in constante evoluzione, mediante la diffusione attraverso le app di streaming e dei social media, insieme al fenomeno podcast, è riuscita a raggiungere un pubblico più ampio e interagire in tempo reale con gli ascoltatori. 
Al di là della "responsabilità” socioculturale di sua indole come mezzo di comunicazione che influenza l’opinione pubblica e rivoluziona il costume all’interno di una comunità, la radio come la conosciamo oggi è diventata anche un grande showbusiness strategico, dove in genere le più ascoltate o cosiddette mainstream sono legate a grandi editori, con un grande potere d’investimento e anche decisionale all’interno ed esterno di essa. 

Dati d’ascolto. 
I dati d'ascolto delle radio in Italia nel 2024 rivelano che il numero totale di ascoltatori radiofonici ha superato i 35 milioni, con un incremento del 10% rispetto al 2023. La fascia d'età più giovane, tra i 18 e i 34 anni, ha visto un incremento del 15% nel consumo di radio, grazie soprattutto alla diffusione delle piattaforme di streaming e dei podcast. La fascia d'età tra i 35 e i 54 anni rappresenta ancora il gruppo più numeroso di ascoltatori, con un 40% del totale, mentre gli over 55 costituiscono il 30% degli ascolti. La musica rimane il contenuto più ascoltato, rappresentando il 60% delle preferenze. I programmi di informazione e attualità seguono con un 20%, mentre l'intrattenimento e i programmi culturali occupano il restante 20%. 

Imminente sfida. 
Dal 31 dicembre 2024 le trasmissioni FM (chiamate anche OUC, onde ultracorte) verranno progressivamente disattivate fino alla fine del 2026, assicurando il passaggio a DAB+. Gli spazi per la trasmissione via FM sono attualmente tutti occupati, mentre la tecnologia DAB+ consente un numero maggiore di reti, generalmente 50-70 rispetto alle 10-12 della FM. Inoltre, il DAB+ offre vantaggi in termini di efficienza energetica e costi operativi ed economici.  

Nota  
Come ha concluso il convegno sulla Storia delle Radio Private in Italia, l’attuale presidente della F.I.P.I, Davide Rossi, che ha succeduto lo storico Franco Donato, oggi vicepresidente e organizzatore, “50 anni possono essere tanti se si guarda indietro, ma sono pochi... se si guarda avanti” 

Auguri Radio. 

Eradis Josende Oberto

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