News - 07 marzo 2025, 19:30

George Soros e la teoria della riflessività.

Come le percezioni degli investitori plasmano l’andamento dei mercati finanziari.

George Soros e la teoria della riflessività.

I mercati finanziari sono davvero razionali? Oppure le aspettative degli investitori possono influenzare la realtà economica, generando cicli di boom e crisi? Secondo George Soros, banchiere e filantropo ungherese, la risposta è chiara: le percezioni contano più di quanto immaginiamo.

La sua teoria della riflessività ribalta l’idea tradizionale di mercati sempre in equilibrio e attori economici perfettamente razionali. Soros sostiene che le decisioni degli investitori non si basano solo su dati oggettivi, ma anche su interpretazioni soggettive della realtà. E queste percezioni possono, a loro volta, modificare i fondamentali del mercato.

Prendiamo un esempio concreto. Se abbastanza persone sono convinte che il prezzo delle case salirà, inizieranno a comprare immobili a raffica, spingendo davvero i prezzi verso l’alto. È un po’ come una profezia che si autoavvera: l’ottimismo genera domanda, la domanda fa salire i prezzi e tutti sembrano guadagnarci. Ma il problema arriva quando la realtà non riesce più a stare dietro alle aspettative. I prezzi diventano insostenibili, gli investimenti si fermano e il castello di carte crolla.

Un caso da manuale fu la crisi del 2008. Per anni, l’idea che il mattone fosse un investimento sicuro ha fatto sì che banche e investitori si lanciassero nel mercato immobiliare senza freni. Mutui concessi con leggerezza, case vendute come se fossero biglietti vincenti della lotteria e un entusiasmo generale che sembrava inarrestabile. Ma poi è arrivato il risveglio: i prezzi hanno iniziato a calare, chi aveva comprato a cifre folli si è ritrovato con debiti insostenibili e le banche hanno cominciato a crollare una dopo l’altra. Il risultato? Una crisi finanziaria che ha fatto tremare l’economia globale.

Ma quali sono le implicazioni di questa teoria? La riflessività mette in discussione l’idea che i mercati siano sempre efficienti e che i prezzi riflettano con precisione il valore reale di un asset. Al contrario, la psicologia degli investitori e il clima di mercato possono generare forti distorsioni, alimentando cicli di euforia e panico.

Comprendere questa dinamica può essere utile non solo per gli investitori, ma anche per chi formula politiche economiche: riconoscere che i mercati sono intrinsecamente instabili permette di adottare strategie per mitigare i rischi e gestire meglio le crisi.

In sintesi, la teoria della riflessività di Soros ci ricorda che, nei mercati finanziari, le percezioni creano la realtà tanto quanto i fondamentali economici. E forse, nel caos apparente della finanza, c’è una logica più profonda da comprendere.

Paolo D'Ascenzi

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