News - 05 febbraio 2025, 11:19

Il comparto ortofrutta alla prova del clima e dei mercati. Confagricoltura a Fruitlogistica a Berlino

Stasera in Ambasciata confronto con istituzioni e imprese.

Il comparto ortofrutta alla prova del clima e dei mercati. Confagricoltura a Fruitlogistica a Berlino

Riuscire a produrre, più ancora che commercializzare. E’ questa la preoccupazione principale degli imprenditori agricoli che da oggi, fino a venerdì 7 febbraio, sono presenti a Fruit Logistica, la fiera internazionale che ogni anno a Berlino raduna gli operatori dell’ortofrutta mondiale.

Confagricoltura, che torna con uno stand (Pad. 4.2; A12) alla Messe Berlin, focalizza l’attenzione su questi temi. Dati alla mano, l’esigenza di trovare soluzioni diventa una vera e propria urgenza: -50% di nocciole rispetto al potenziale produttivo, -15% di pomodoro da industria nel Nord Italia pure a fronte di un incremento delle superfici, e dal 20 al 35% in meno di agrumi con seri problemi di piccolo calibro sulle arance.

“Sono purtroppo molte le difficoltà che gli agricoltori si trovano ad affrontare – afferma il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, presente a Berlino - Il cambiamento climatico in primis e le dirette conseguenze che ne derivano, quali la diminuzione della quantità, l’aumento degli scarti e quindi dei costi di gestione,  l’incremento dei costi di produzione, ad esempio per l’irrigazione d’emergenza, si traducono in una compressione della redditività delle imprese, con conseguenze sull’intera economia”.

Il cambiamento climatico sta favorendo inoltre il proliferare di diversi parassiti che si sommano alle altre problematiche fitopatologiche che gli imprenditori stanno già fronteggiando da tempo. Tutti questi fattori stanno incidendo in maniera preoccupante sulla propensione a investire degli imprenditori, e talvolta sulla volontà di prosecuzione dell’attività. Ne è una prova la riduzione progressiva delle superfici investite negli ultimi cinque anni: -23% pere, -11% pesche, -8% nettarine -7% albicocche, -6% kiwi e susine. (Fonte: elaborazione Confagricoltura su dati ISTAT)

“A fronte di questo quadro assai complesso - aggiunge Giansanti - è quindi assolutamente necessario agire in più direzioni: garantire la reciprocità delle regole nella produzione, negli scambi, negli accordi; rafforzare i controlli alle frontiere; procedere alla revisione del Green Deal; accelerare sulle NBT; promuovere investimenti indirizzati alla ricerca per sviluppare varietà e innovazioni che consentano di fronteggiare gli effetti delle avversità, climatiche”.

I NUMERI DELL’ORTOFRUTTA ITALIANA

Il comparto dell’ortofrutta fresca vale più di 17 miliardi, oltre un quarto del totale della produzione agricola nazionale. Trainano le buone performance degli ortaggi e della frutta fresca, nonostante la flessione del comparto agrumicolo colpito dalla siccità.

L’export (fresco + trasformato), nei primi dieci mesi del 2024, ha totalizzato oltre 10 miliardi di euro, il 6,12% in più rispetto al 2023, incidendo per il 17,3% sul totale del valore dell’export agroalimentare nello stesso periodo.

L’Italia - ricorda Confagricoltura - occupa poi un ruolo di primo piano nella classifica europea per l’export di molti prodotti ortofrutticoli: 1° Paese esportatore di kiwi, uva da tavola, conserve di pomodoro e nocciole sgusciate, 2° Paese esportatore di mele e cocomeri, 3° Paese esportatore di insalate, cavolfiori e broccoli.

La Germania si conferma uno dei nostri più importanti mercati, assorbendo circa il 25% del valore dell’export ortofrutticolo complessivo (fresco + trasformato).

Aumentano le importazioni: il tasso medio di incremento è dell’11,22%. Si tratta di una progressione a cui hanno concorso vari fattori, non ultimo le perdite di produzione per avversità climatiche e fitopatologiche. Ne ha risentito quindi anche il saldo in valore della bilancia commerciale del comparto, che su è ridotto di oltre 120 milioni di euro rispetto al 2023.

Sul fronte dei consumi, l’ortofrutta assorbe una fetta importante della spesa alimentare, con una quota percentuale che si attesta al 19,3%, in lieve aumento rispetto al 2023.

Gli ultimi dati Ismea fanno registrare un incremento in valore degli acquisti domestici di ortofrutta (fresca e trasformata) del 2,7%, mentre dal punto di vista dei volumi acquistati l’incremento si presenta decisamente più modesto, pari allo 0,8%. Segno evidente di un effetto inflativo ancora presente, anche se decisamente più contenuto rispetto al passato.

Diverse le dinamiche dei due segmenti: per la frutta la spesa cresce del 2,9%, mentre i volumi acquistati presentano una contrazione dello 0,5%. Per gli ortaggi aumentano sia gli acquisti in valore che in quantità, rispettivamente del 2,5% e del 2,2%.

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