News - 22 novembre 2023, 08:48

Manovra 2024, novità per i lavoratori autonomi

È arrivato in Senato il testo del disegno di legge della Manovra 2024. Tra le varie modifiche apportate c’è anche quella relativa al sostegno destinato al lavoro autonomo, il bonus partita Iva, la cosiddetta ISCRO, Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa.

Introdotta in via sperimentale  per il triennio 2021 – 2023, dalla Legge di Bilancio 2021, la misura era stata pensata come una sorta di cassa integrazione riconosciuta esclusivamente ai lavoratori titolari di partita IVA, (professionisti e piccole imprese),  iscritti alla gestione separata dell’INPS, esercitanti per professione abituale, attività di lavoro autonomo, che avevano subito, negli ultimi anni, in primis a causa della Pandemia, un calo di fatturato certificato e che rispondevano a determinati parametri.

Questa indennità, primo supporto destinato alle partite Iva, che va da un minimo di 250 Euro fino a un massimo di 800, a seconda della situazione del lavoratore che ne fa richiesta, è su base semestrale e viene riconosciuta nella misura del 25% della media dei redditi da lavoro autonomo, dichiarati dal soggetto, libero professionista o partita Iva, nei due anni precedenti all’anno prima di quello in cui viene presentata la domanda. 

A tal riguardo, la Manovra 2024, introduce più novità: la prima è che la misura di sostegno, da provvedimento sperimentale, dal prossimo anno, diventerà strutturale e sarà prorogata automaticamente, senza bisogno di ulteriori approvazioni.

La seconda è che, sempre dal prossimo anno, la platea dei fruitori sarà allargata con l’innalzamento del limite del reddito percepito. Potranno inoltrare la domanda, infatti, gli autonomi con reddito dichiarato al di sotto della soglia di 12 mila Euro annui, tetto innalzato rispetto agli attuali 8.145 Euro.

La Manovra 2024, quindi, oltre a rendere strutturale il bonus partita Iva, modifica anche i requisiti per accedervi, introducendo, inoltre, un’altra novità, che riguarda l’obbligo da parte dei richiedenti di dimostrare di aver subito una perdita del proprio fatturato di almeno il 70% rispetto ai due anni precedenti. Finora, invece, nell’anno antecedente alla presentazione della domanda, bastava aver prodotto un reddito da lavoro autonomo inferiore al 50% della media dei redditi conseguiti nei tre anni precedenti.

La domanda – recante l’autocertificazione dei redditi prodotti per gli anni di interesse - è presentata dal lavoratore all’INPS in via telematica entro il termine del 31 ottobre di ciascun anno di fruizione. L'Inps comunica all'Agenzia delle Entrate i dati identificativi dei soggetti che hanno presentato domanda per la verifica dei requisiti, mentre l'Agenzia delle

Entrate comunica all'Inps l'esito dei riscontri effettuati sulla verifica dei requisiti reddituali, con modalità e termini definiti con accordi di cooperazione tra le parti.

Sono previsti limiti di spesa crescenti per gli anni a venire, fino al 2033. Qui di seguito li sintetizziamo brevemente:

  • 16 milioni di Euro per il 2024;
  • 20,4 milioni di Euro per il 2025;
  • 20,8 milioni di Euro per il 2026;
  • 21,2 milioni di Euro per il 2027; 
  • 21,6 milioni di Euro per il 2028;
  • 21,7 milioni di Euro per il 2029;
  • 22,1 milioni di Euro per il 2030;
  • 22,5 milioni di Euro per il 2031; 
  • 23  milioni di Euro per il 2032;
  • 23,4 milioni di Euro per il 2033. 

Ricordiamo che l’indennità è riconosciuta in favore dei soggetti che possono fare valere congiuntamente tutti i requisiti.

In primis, quindi: aver prodotto un reddito di lavoro autonomo, nell’anno precedente la presentazione della domanda, inferiore al 70 per cento della media dei redditi da lavoro autonomo conseguiti nei due anni precedenti all’anno prima di quello di presentazione della domanda; aver dichiarato nell’anno precedente alla presentazione della domanda un reddito non superiore a 12.000 Euro, annualmente rivalutato sulla base della variazione dell’indice Istat dei prezzi al consumo per le famiglie degli operai e degli impiegati rispetto all’anno precedente la presentazione della domanda.

Altri fondamentali requisiti da mantenere anche durante la percezione dell’indennità: 

a) non essere titolari di trattamento pensionistico diretto e non essere assicurati presso altre forme previdenziali obbligatorie;

b) non essere beneficiari di Assegno di inclusione;

e) essere in regola con la contribuzione previdenziale obbligatoria;

f) essere titolari di partita Iva attiva da almeno tre anni alla data di presentazione della domanda, per l’attività che ha dato titolo all’iscrizione alla gestione previdenziale in corso.

 

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