Testo Daniela Pellegrino
Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha stanziato 300 milioni di euro per sostenere i programmi di investimento delle imprese nella tutela ambientale, utilizzando il Fondo per il sostegno alla transizione industriale.
Il Fondo ha l’obiettivo di favorire l’adeguamento del sistema produttivo italiano alle politiche Europee sulla lotta ai cambiamenti climatici. La sua operatività è disciplinata dal decreto interministeriale dell’ex Ministero dello sviluppo economico, di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze e con il Ministero della transizione ecologica.
Le imprese di qualsiasi dimensione del territorio nazionale, potranno chiedere agevolazioni nella forma del contributo a fondo perduto, per programmi di investimento che perseguono:
• l'efficientamento energetico;
• il cambiamento fondamentale del processo produttivo;
• l'installazione di impianti da autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, idrogeno e impianti di cogenerazione ad alto rendimento;
• la riduzione dell’utilizzo delle risorse tramite il riuso, il riciclo o il recupero di materie prime e/o l’uso di materie prime riciclate.
A chi è rivolto il contributo
Come abbiamo detto, le agevolazioni sono concesse a imprese operanti sull’intero territorio nazionale, di qualsiasi dimensione, in particolare quelle che operano nei settori estrattivo e manifatturiero, e che, alla data di presentazione della domanda devono:
- essere regolarmente costituite, iscritte e «attive» nel registro delle imprese;
- operare in via prevalente nei settori estrattivo e manifatturiero di cui alle sezioni B e C della classificazione delle attività economiche ATECO 2007;
- essere nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non essere in liquidazione volontaria e non essere sottoposte a procedure concorsuali;
- non essere già in difficoltà al 31 dicembre 2019;
- non rientrare tra i soggetti che hanno ricevuto e, successivamente, non rimborsato o depositato in un conto bloccato, gli aiuti individuati quali illegali o incompatibili dalla Commissione europea;
- aver restituito somme dovute a seguito di provvedimenti di revoca di agevolazioni concesse dal Ministero;
- essere in regola con le disposizioni vigenti in materia obblighi contributivi.
Il 50% delle risorse annualmente destinate al Fondo è riservata alle imprese energivore, inserite nell’elenco tenuto dalla Cassa per i Servizi Energetici e Ambientali – CSEA, relativo alle imprese a forte consumo di energia, stabilito in base alla legge n. 167 del 20 novembre 2017.
Cosa finanzia
I programmi di investimento devono essere volti al perseguimento, in via esclusiva, di un miglioramento in termini di tutela ambientale dei processi aziendali. Non sono ammessi interventi che determinano un aumento della capacità produttiva, fatti salvi gli aumenti derivanti da esigenze tecniche, qualora non superiori al 2% rispetto alla situazione precedente all’intervento.
I programmi di investimento devono perseguire almeno una delle seguenti finalità:
- una maggiore efficienza energetica nell’esecuzione dell’attività d’impresa nel rispetto dei limiti e delle condizioni previste dal Regolamento generale di esenzione per categoria (GBER). È prevista anche l’ammissibilità di spese accessorie, nel limite del 40%, connesse all’installazione di impianti da autoproduzione di energia da Fonti Rinnovabili, idrogeno e impianti di cogenerazione ad alto rendimento.
- un uso efficiente delle risorse, attraverso una riduzione dell’utilizzo delle stesse anche tramite il riuso, il riciclo o il recupero di materie prime e/o l’uso di materie prime riciclate, nel rispetto dei limiti e delle condizioni previste, o un cambiamento fondamentaledel processo produttivo, oggetto di intervento, sempre nel rispetto dei limiti e delle condizioni previste dallo stesso Regolamento GBER.
Per quanto concerne gli investimenti relativi al cambiamento fondamentale del processo produttivo, le agevolazioni sono concesse nella forma del contributo a fondo perduto ed il valore dell’intensità è disciplinato dalla carta degli aiuti a finalità regionale, in funzione della dimensione aziendale delle imprese richiedenti e della zona oggetto di investimento.
I suddetti programmi devono essere avviati successivamente alla presentazione della domanda di accesso al Fondo. Devono prevedere spese complessive ammissibili di importo compreso tra 3 milioni di euro e 20 milioni di euro, ed essere realizzati entro 36 mesi dalla data di concessione del contributo (con una eventuale proroga del termine di ultimazione del programma non superiore a 12 mesi). Entro tale termine dovrà intervenire anche l’entrata in funzione e la piena operatività degli investimenti, oggetto dei programmi di sviluppo.
Termini e modalità per la presentazione delle domande
La domanda per le agevolazioni dovrà essere inviata dal 10 ottobre al 12 dicembre 2023, esclusivamente tramite lo sportello telematico di Invitalia, l'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa, accedendo alla piattaforma predisposta nella sezione “Fondo per il sostegno alla transizione industriale”, del sito web dell’agenzia. Le imprese possono presentare una singola domanda per unità produttiva, indipendentemente dalla pluralità di obiettivi ambientali perseguiti dal programma di investimento. Si prevede una procedura valutativa a graduatoria, atta a determinare l’ordine di ammissione alle valutazioni istruttorie, sulla base dei punteggi attribuiti ai singoli programmi di investimento.