“L’intesa tra la Commissione UE e i rappresentanti dei Paesi del MERCOSUR (Argentina, Brasile, Uruguay e Paraguay) è stata siglata nell’estate del 2019. Da allora, per le conseguenze economiche della pandemia e dell’aggressione russa all’Ucraina, lo scenario è profondamente mutato. La sicurezza alimentare e la tutela del potenziale produttivo dell’agricoltura europea sono in primo piano. L’intesa non può entrare in vigore senza profonde modifiche”.
Il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, replica così alle dichiarazioni rilasciate ieri dalla presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, a conclusione di un incontro con il presidente del Brasile Lula ai margini del vertice in corso tra la UE e i Paesi dell’America Latina e dei Caraibi (CELAC).
Secondo von der Leyen, l’ambizione della Ue è di “appianare le rimanenti divergenze il più rapidamente possibile, in modo da poter procedere verso l’entrata in vigore dell’accordo Ue – Mercosur”.
“In aggiunta alle questioni ambientali – evidenzia Giansanti – l’intesa raggiunta quattro anni fa non è favorevole per agrumi, riso, zucchero e pollame. Inoltre, per le carni bovine, la UE dovrebbe accordare ai Paesi del MERCOSUR un contingente di importazioni a dazio zero pari a 99 mila tonnellate l’anno”.
“Va ricordato che l’allora commissario Hogan, all’atto della sigla dell’intesa, dichiarò che la messa in opera avrebbe comportato importanti sfide per l’agricoltura europea. E che la Commissione sarebbe stata al fianco dei produttori con uno stanziamento di un miliardo di euro. Sarebbe interessante sapere se la posizione dell’Esecutivo della Ue è cambiata”.
“C’è poi la questione di fondo della reciprocità. Vale a dire delle diversità delle regole in materia di sicurezza alimentare e tutela delle risorse naturali. Non penso – conclude il presidente di Confagricoltura – che i Paesi del MERCOSUR siano disponibili ad adottare, ad esempio, le misure di riduzione senza alternative dell’uso di fitofarmaci e di equiparazione degli allevamenti alle industrie ai fini delle emissioni che la Commissione vuole imporre agli agricoltori e agli allevatori della UE”.