L’Agenzia delle Entrate ha emanato la Circolare n.18/E con le indicazioni sulle norme applicative per la cosiddetta “tassa piatta incrementale”, o “flat tax incrementale” del 15%, il regime agevolativo opzionale sostitutivo dell’IRPEF e delle relative addizionali regionale e comunale, per i contribuenti con partita Iva, introdotto, in via sperimentale solo per l’anno d’imposta 2023, con l’ultima legge di Bilancio.
Come spiegato nella circolare, definita dopo una consultazione pubblica effettuata con le categorie interessate, la flat tax per le partite Iva, è un regime opzionale, valido solo per quest’anno, applicabile, quindi, sulla dichiarazione dei redditi che si presenterà nel 2024, e che sostituisce l’imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF) e le relative addizionali. Chi sceglie la flat tax applica un’aliquota fissa del 15% sulla differenza tra il reddito d’impresa e di lavoro autonomo determinati nel 2023 e il reddito d’importo più elevato dichiarato negli anni dal 2020 al 2022. La sua applicazione consente, rispetto ad una parte di reddito prodotto nel 2023, di non pagare l’Irpef e dunque di non attivare, seppur parzialmente, gli scaglioni reddituali che contraddistinguono la tassazione ordinaria.
Vediamo chi può applicarla e come si calcola.
Soggetti ammessi e soggetti esclusi
L’Agenzia delle Entrate spiega quali sono i contribuenti che possono avvalersi, in via generale, del regime della “flat tax incrementale”, per il solo anno 2023.
Possono optare per il nuovo regime:
- le persone fisiche che esercitano attività d’impresa, anche l’impresa familiare e l’azienda coniugale non gestita in forma societaria, in entrambi i casi limitatamente al titolare.
- le persone fisiche che esercitano arti o professioni.
- imprenditori agricoli individuali.
Tra i casi di esclusione, sono indicati:
- i redditi delle società di persone, imputati ai soci in ragione del principio di “trasparenza” ;
- i redditi delle società di capitali, imputati ai soci a seguito dell’esercizio dell’opzione per la trasparenza fiscale delle società a ristretta base proprietaria ;
- i redditi derivanti dall’esercizio di arti e professioni in forma associata, imputati ai singoli associati.
Fuori dalla misura anche i contribuenti che, nel 2023, aderiscono al regime forfettario, mentre non perdono la possibilità di optare per la flat tax incrementale coloro che, dal 2020 al 2022 per uno o più anni, hanno applicato lo stesso regime forfettario, o il cosiddetto regime “di vantaggio” previsto dalla normativa.
Come si calcola la Flat tax incrementale
Innanzitutto, da tener presente che il reddito da confrontare non è quello complessivo, ma quello relativo alle sole attività d’impresa e di lavoro autonomo. Il calcolo viene effettuato sulla differenza, quindi, tra il reddito d’impresa e di lavoro autonomo determinati nel 2023 e quello d’importo più elevato, sempre d’impresa e di lavoro autonomo, dichiarato nel triennio precedente: 2020, 2021 e 2022. A questa differenza si applica una decurtazione del 5%, calcolata sul reddito più alto del triennio. Sul reddito così determinato, nel limite massimo di 40mila euro, si applica l’aliquota fissa del 15%. L’ulteriore quota di reddito, non soggetta a imposta sostitutiva, confluisce nel reddito complessivo soggetto a tassazione progressiva Irpef e relative addizionali, secondo gli ordinari scaglioni di reddito.