“Resto al Sud” è un incentivo governativo per favorire l’imprenditorialità giovanile nel Mezzogiorno e nel Centro Italia. Introdotto dal Decreto Legge n. 91 del 20 giugno 2017, un decreto contenente un piano di interventi finalizzato a favorire la crescita economica nel Sud del Paese, l’incentivo prevede un contributo economico, in parte a fondo perduto e in parte tramite un finanziamento agevolato, per sostenere la nascita di nuove attività imprenditoriali e la crescita delle imprese attive in quella parte di territorio italiano storicamente con un tessuto economico più debole rispetto al Nord.
La gestione della misura relativa a questi finanziamenti, è affidata a Invitalia, l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa, che fa capo al Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Dopo la sua entrata in vigore, la misura è stata oggetto di diverse modifiche normative che hanno riguardato la platea dei soggetti e delle attività ammesse agli incentivi. Durante la pandemia, in particolare, gli interventi hanno previsto un contributo aggiuntivo a fondo perduto, a copertura del fabbisogno circolante, coprendo alla fine il 100% delle spese ammissibili: 50% di contributo a fondo perduto e 50% di finanziamento bancario garantito dal Fondo di Garanzia per le piccole e medie imprese. Ad oggi, secondo gli ultimi dati rilevati ad inizio marzo di quest’anno, la misura ha finanziato 11.076 progetti, con oltre 427 milioni di euro di agevolazioni concesse e quasi 50.000 posti di lavoro creati.
Dati i numeri positivi, vale la pena vedere da vicino e nel dettaglio di che cosa si tratta
Cos’è e a chi e rivolto
Resto al Sud è, come abbiamo detto, un incentivo governativo i cui fondi disponibili ammontano a 1 miliardo e 250 milioni di euro. Sostiene la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali e libero professionali per imprese e cittadini che al momento della presentazione della domanda risultino residenti nelle seguenti regioni e aree, oppure vi trasferiscano la residenza entro 60 giorni (120 se residenti all’estero), dall’esito positivo dell’istruttoria:
- Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia;
- nei 116 Comuni compresi nell’area del cratere sismico situati nelle regioni del Centro Italia, Lazio – Marche – Umbria, colpite dai terremoti del 20l6 e del 2017;
- nelle isole minori marine, lagunari e lacustri del Centro-Nord.
L’incentivo è destinato a chi ha un’età compresa tra i 18 e i 55 anni. Riguardo a questo, per 24 dei suddetti Comuni del cratere sismico – che hanno una percentuale di edifici inagibili superiore al 50% – non c’è alcun limite di età per chiedere i finanziamenti.
Condizione indispensabile: i richiedenti non devono essere titolari di altre attività d’impresa in esercizio alla data del 21/06/2017, non devono aver ricevuto altre agevolazioni nazionali per l’autoimprenditorialità nell’ultimo triennio, non devono avere un lavoro a tempo indeterminato e si impegnano a non averlo per tutta la durata del finanziamento.
L’incentivo può essere concesso a imprese costituite dopo il 21/06/2017, o ad imprese costituende, la cui apertura deve avvenire entro 60 giorni – o 120 giorni in caso di residenza all’estero – dall’esito positivo dell’istruttoria. Sono ammesse tutte le forme giuridiche, comprese le ditte individuali e società cooperative.
Fermo restando quanto detto sopra, possono, inoltre, chiedere i finanziamenti, i liberi professionisti ( in forma societaria o individuale ) che non risultino titolari di partita IVA nei 12 mesi antecedenti la presentazione della domanda per lo svolgimento di un’attività analoga a quella proposta.
Domande online e colloquio da remoto
Non ci sono bandi, scadenze o graduatorie: le domande possono essere presentate esclusivamente online, attraverso la piattaforma web di Invitalia e vengono valutate in base all’ordine cronologico di arrivo. Essendo un incentivo “a sportello”, le domande possono essere presentate fino a quando ci sono fondi disponibili.
Per avviare e portare a termine la procedura occorre registrarsi, avere l’identità digitale Spid, la firma digitale e un indirizzo di posta elettronica certificata. Anche il colloquio con i proponenti, passaggio fondamentale nell’iter valutativo, viene svolto da remoto.
Cosa finanzia
Il finanziamento è destinato all’avvio di nuove iniziative imprenditoriali o all’ampliamento/diversificazione del business di imprese costituite dopo il 21 giugno 2017. Sono finanziabili:
- attività produttive nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura
- fornitura di servizi alle imprese e alle persone
- turismo
- commercio
- attività libero professionali (sia in forma individuale che societaria)
Sono escluse dal finanziamento le attività agricole. A seguito dell’estensione dell’ambito di applicazione, sono state ricomprese tra le attività ammissibili quelle afferenti alle attività professionali, scientifiche e tecniche e quelle del commercio all’ingrosso e al dettaglio. Restano, escluse dalle agevolazioni le sole attività economiche rientranti nella sezione A della classificazione Ateco – Agricoltura, silvicoltura e pesca, ad eccezione della divisione 3 – Pesca e acquacoltura.
L’incentivo copre fino al 100% delle spese, con un finanziamento massimo di 50.000 euro per ogni richiedente, che può arrivare fino a 200.000 euro nel caso di società composte da quattro soci. Per le sole imprese esercitate in forma individuale, con un solo soggetto proponente, il finanziamento massimo è pari a 60.000 euro.
A supporto del fabbisogno di circolante, è previsto un ulteriore contributo a fondo perduto:
- 15.000 euro per le ditte individuali e le attività professionali svolte in forma individuale
- fino a un massimo di 40.000 euro per le società
Il contributo viene erogato al completamento del programma di spesa, contestualmente al saldo dei contributi concessi.
Spese ammissibili
Con l’incentivo possono essere finanziate le seguenti spese:
- ristrutturazione o manutenzione straordinaria di beni immobili (massimo 30% del programma di spesa);
- macchinari, impianti e attrezzature nuovi;
- programmi informatici e servizi per le tecnologie, l’informazione e la telecomunicazione;
- spese di gestione (materie prime, materiali di consumo, utenze, canoni di locazione, canoni di leasing, garanzie assicurative) – massimo 20% del programma di spesa;
Non sono ammissibili le spese di progettazione e promozionali, le spese per le consulenze e per il personale dipendente.
Come funzionano le agevolazioni
Le agevolazioni coprono il 100% delle spese ammissibili e sono così composte:
- 50% di contributo a fondo perduto;
- 50% di finanziamento bancario assicurato attraverso un prestito erogato da una delle banche che hanno aderito alla convenzione Abi-Invitalia ed è garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI gestito da Mediocredito Centrale.
Il finanziamento bancario include un piano di ammortamento di otto anni di cui due di preammortamento. Gli interessi sono interamente coperti dalla misura agevolativa ed erogati direttamente da Invitalia.