Uno studio realizzato in collaborazione con il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti afferma che circa 460mila piccole e medie imprese rischiano di sparire a seguito delle nuove misure restrittive.
L’allarme è stato lanciato nel 2° barometro Censis-Commercialisti sull’andamento dell’economia italiana dove il 29% dei commercialisti intervistati dichiara che più della metà delle microimprese clienti e il 21,2% delle aziende medio-grandi ha almeno dimezzato il proprio fatturato.
Le misure statali a sostegno delle imprese non sono state valutate del positivamente all’unanimità dai commercialisti che le reputano nella maggior parte dei casi non sufficienti. Per esempio, le moratorie sui mutui e i prestiti garantiti sono state giudicate positivamente solo dal 45,2% dei professionisti e negativamente dal 34%. Gli aiuti al lavoro, invece, come il divieto di licenziamento e la Cassa integrazione in deroga sono visti con favore dal 43,4% del campione.
Per sostenere concretamente il settore in crisi, secondo il 79,9% dei commercialisti è necessaria una maggiore chiarezza dei testi normativi e una maggiore tempestività nei chiarimenti sulle prassi amministrative e una contrazione degli adempimenti. Inoltre, è fondamentale semplificare e snellire gliadempimenti burocraticiper migliorare l’efficacia degli interventi.
Il report mostra infine una sensazione diffusa di incertezza riguardo il futuro e l’uscita dalla crisi rappresenta ancora traguardo distante per il 40,7% del campione.