La nascita delle nuove imprese, la crescita e l’innovazione sono, nel nostro Bel Paese, spesso ostacolate dalla mancanza di liquidità da parte delle imprese.
Le risorse stanziate dalla Comunità Europea, dal Ministero dello Sviluppo Economico, dalle Regioni e dalle Camere di commercio locali non sono infinite, e fare affidamento esclusivamente su queste tipologie di aiuti per dare vita alla propria idea d’impresa può rilevarsi inefficace e frustrante.
Che cosa succede quindi alle imprese escluse dai contributi pubblici e che non possiedono le garanzie necessarie per accedere al settore finanziario formale?
Il microcredito è uno strumento finanziario che ha lo scopo di rispondere alle esigenze di inclusione finanziaria di coloro che presentano difficoltà di accesso al credito. Non si tratta semplicemente di un prestito di piccolo importo, ma di un’offerta integrata di servizi finanziari e non finanziari.
I beneficiari di questo importante ed ancor poco conosciuto strumento finanziario sono lavoratori autonomi, imprese individuali o società neocostituite o già esistenti da non oltre 5 anni.
E’ possibile finanziare le spese di investimento (attrezzature, beni strumentali, arredi, macchinari, pubblicità e marketing, ecc.) ed i corsi di formazione aziendale; nella maggior parte dei casi è anche possibile una percentuale pari a circa il 20% delle spese di investimenti di liquidità (per ripristino capitale circolante e copertura spese di gestione ordinaria).
L’importo massimo finanziabile, che nella fase iniziale di istituzione dello strumento agevolativo era stato stabilito a 35.000€, poi innalzato a 40.000€ dal Decreto Cura Italia, è stato ulteriormente aggiornato dalla Legge di Bilancio 2022. Oltre ad innalzare a 75.000€ l’importo concedibile, la manovra 2022 autorizza gli Istituti di credito convenzionati a concedere finanziamenti a società a responsabilità limitata senza l’obbligo di assistenza di garanzie reali, fino ad un massimo di 100.000€.
Il progetto d’impresa, detto anche “Business Plan” rappresenta la linea di demarcazione tra un’attività sostenibile, credibile e finanziabile ed un’attività non bancabile.
Il microcredito introduce inoltre la figura innovativa del Tutor, che rappresenta un ulteriore differenziazione rispetto alle altre forme tradizionali di accesso al credito. Tale figura supporta l’imprenditore nella definizione della strategia di sviluppo del progetto imprenditoriale (business plan) e nell’analisi di soluzioni per il miglioramento dello svolgimento dell’attività. Successivamente all’erogazione del finanziamento, il Tutor sarà il punto di riferimento per l’impresa per almeno i primi 6 mesi di attività, occupandosi di individuare eventuali criticità del progetto finanziato e controllando periodicamente l’andamento economico-finanziario dell’impresa.
E’ bene quindi sempre affidarsi ad un professionista in possesso di specifiche competenze e non coinvolto emotivamente nell’avvio dell’attività, meglio se in grado di svolgere la funzione di Tutor, in modo da poter non solo aiutare l’impresa a beneficiare dei fondi previsti dalle normative vigenti, ma anche ad intraprendere un percorso di crescita sostenibile e finanziariamente sano.
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