CANDIDATO PER IL SENATO NEL COLLEGIO UNINOMINALE LOMBARDIA U03 Milano
Attualmente è responsabile Economia e Finanze del Partito Democratico nella segreteria nazionale di Enrico Letta.
È stato consigliere comunale e assessore a Bergamo, consigliere provinciale di Bergamo e viceministro dell’economia e delle finanze nel governo Conte II.
La situazione economica finanziaria a livello nazionale, oggi, è complessa per non dire drammatica. Il problema dell’approvvigionamento del gas e il costo esorbitante, la crisi energetica causata da speculazioni incontrollabili, l’evoluzione della pandemia, l’aumento del prezzo dei beni di prima necessità, si ripercuotono su tutti gli italiani e, soprattutto sulle PMI e sui milioni di lavoratori autonomi e Partite iva. Non c’è più tempo, bisogna trovare delle soluzioni immediate.Quali sono le Sue proposte e quali interventi adotterebbe nell’immediato?
Noi nei primi cento giorni faremmo tre cose. La prima: un piano contro il caro energia, fissando un tetto massimo al prezzo dell’energia, installando i rigassificatori di Piombino e Ravenna e potenziando le misure di compensazione per le imprese e le famiglie. La seconda: avviare il taglio del cuneo fiscale e l’allargamento della 14a pensionistica per fare recuperare potere d’acquisto ai redditi fissi. In terzo luogo, il PNRR: la destra lo vuole rivedere con il rischio di farci perdere tempo e risorse; noi vogliamo correre per attuarlo il prima possibile.
In una situazione internazionale non stabile, colma di incertezze quale ruolo e atteggiamento dovrebbe avere il nostro Paese a livello economico/finanziario verso l’Europa?
I nostri principali problemi li possiamo risolvere con l’Europa, non contro l’Europa. È stato così nel 2020, quando abbiamo convinto Bruxelles che era necessario uno sforzo comune per affrontare la crisi Covid e l’Europa ha risposto con Next Generation EU e il piano di acquisti comuni di vaccini. Deve essere così anche per la crisi energetica e per la guerra in Ucraina. L’Europa va cambiata, è vero. Ma l’unico modo per farlo è il dialogo, il confronto e la capacità di stringere alleanze con i grandi Paesi che insieme a noi hanno fatto crescere il progetto europeo.
Secondo Lei il reddito di cittadinanza varato dal Governo Conte è una misura ancora attuale ed è in linea con le Vostre strategie oppure andrebbe rivista se non abolita?
La destra vuole abolirlo, i Cinque Stelle lo difendono a spada tratta. Sono due atteggiamenti ugualmente sbagliati. Il reddito va mantenuto ma sottoponendolo ad un robusto intervento di manutenzione. L’Italia ha bisogno di uno strumento per aiutare i poveri ma il reddito di cittadinanza ha dimostrato parecchi limiti. Vanno corretti raccogliendo le proposte che da tempo hanno avanzato la Caritas, l’Alleanza contro la povertà e la Commissione di studio insediata dal Ministro del lavoro Orlando.