Nei 35 punti della sua idea di governo per le elezioni regionali in Lombardia Lei prevede un “piano straordinario di ristrutturazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica e edilizia residenziale sociale, con attenzione particolare all’aspetto dell’efficienza energetica” Quali sono gli altri punti cardine del Suo programma?
Penso che la transizione ecologica sia una straordinaria opportunità di crescita economica. Per questo ho lanciato un programma di green industry che intende creare 300.000 nuovi posti di lavoro. La Lombardia vive il problema delle liste d’attesa. Attesa per cure importanti e dovute. Siamo il Paese che quest’anno ricorda i 45 anni dall’introduzione del Sistema Sanitario Nazionale e questa situazione è intollerabile. Specie per quei cittadini, dipendenti, liberi professionisti, pensionati (giusto per fare un esempio) hanno pagato le tasse e si trovano davanti all’annoso dilemma. Vuoi curarti? Paga. Ora anche Fontana e Moratti riconoscono la situazione e promettono che verrà sanata a breve. Considero queste dichiarazioni come un endorsement alla mia candidatura. Sara necessario rimettere mano alla riforma Fontana-Moratti coinvolgendo i medici, gli infermieri, tutti i professionisti sanitari, le associazioni dei pazienti e dei parenti oltre che il terzo settore. Ascolto che diventerà nuova riforma. È necessario il rilancio del ruolo del medico di medicina generale togliendolo da un ruolo iperburocratico come è oggi. In ultimo un intervento deciso su Trenord ribaltando la sua gestione. I ritardi, le soppressioni, le cancellazioni dell’ultimo minuto creano problemi e frustrazioni nei pendolari, negli studenti, nei lavoratori dipendenti e libero professionisti. È intollerabile. Ci vuole più sicurezza sui convogli cosa che sino ad oggi non è stato garantito e non è accettabile che le donne debbano rinunciare a prendere i treni di Trenord in alcune fasce orarie. Occorre un nuovo rapporto con RFI per l’ammodernamento della rete ed è necessario potenziare il servizio pubblico su gomma che collega le aree interne non raggiunte dalla ferrovia. In ultimo più che nuove e inutili Brebemi è necessario il potenziamento delle linee della metropolitana (ove possibile) come nel caso della Brianza
In Lombardia hanno sede oltre 800.000 imprese, pari al 18,5 per cento del totale nazionale e le Partite Iva sono in continuo aumento rappresentando una grande fetta del motore economico regionale e nazionale. Quali azioni sono previste nel Suo programma per il sostegno alla Piccola Media Impresa e alle Partite Iva?
In una fase di rapide e profonde trasformazioni come quella che stiamo attraversando la Regione ha il fondamentale ruolo di accompagnare il sistema produttivo. Questo vale soprattutto per le micro imprese, per quelle piccole e, certamente, per le partite IVA, che sono singoli individui. Davanti ai grandi cambiamenti che – piaccia o meno – stiamo affrontando, il vecchio ritornello per cui il pubblico deve farsi il più possibile da parte per lasciar fare a chi ha iniziativa economica, non solo non è più valido, ma rischia di essere controproducente. Nella nostra visione, la Regione deve accompagnare, stare accanto e aiutare individui e imprese nel cogliere le opportunità di questi cambiamenti. Per questo – e faccio solo alcuni esempi perché le proposte sono davvero tante – nel nostro programma puntiamo tantissimo sulle opportunità di formazione continua e professionale, prevediamo incentivi per le forme aggregative e le reti d’impresa, puntiamo, poi, molto sul facilitare l’accesso a bandi e finanziamenti per le imprese più piccole e, infine, abbiamo lanciato alcuni giorni fa un grande piano “Industria per il Futuro” per rendere la Lombardia un grande laboratorio di innovazione, di nascita di startup e di trasferimento tecnologico per creare nuove opportunità.
Entrando più nello specifico sul mondo del lavoro in Lombardia – come Lei sa – è tra i problemi più sentiti dagli italiani dal quale deriva la necessità di nuovi slanci, nonché di una equa retribuzione, di una maggiore sicurezza in azienda, una risoluzione delle ataviche problematiche delle Partite IVA ed anche le pensioni, la tassazione sempre più pesante per le PMI.
Quali sono le sue proposte per la Regione?
Premesso che si tratta di temi quasi esclusivamente di competenza nazionale, noi vogliamo una Lombardia con politiche di bilancio volte al contenimento della pressione fiscale e alla riorganizzazione del prelievo per garantire maggiore equità e incentivando lo sviluppo economico. Vogliamo una fiscalità regionale più giusta, grazie all’introduzione di meccanismi di maggiore progressività, laddove è possibile, e incentivi ai comportamenti più sostenibili; in particolare, va rivista la struttura delle aliquote dell’addizionale regionale in modo da ridurre il carico fiscale sui redditi bassi e medio-bassi. Serve poi che la Regione faccia la sua parte nel contrasto all’evasione fiscale, in stretto rapporto con l’Agenzia delle Entrate, sia direttamente, sia coordinandosi con i Comuni. Vogliamo anche sostenere lo sviluppo delle aree interne e delle nuove imprese innovative, attraverso facilitazioni fiscali per gli insediamenti produttivi nei Comuni periferici e ultra-periferici e IRAP azzerata alle startup innovative per il primo triennio. Infine, chiederemo al Governo e al Parlamento di adottare, già nel 2023, la minimum tax sulle multinazionali prevista dalla recente direttiva europea con contestuale riconoscimento di una quota del gettito alla Regione dove operano le sussidiarie dei gruppi multinazionali.
Potrebbe illustrare ai lettori del Giornale delle Partite Iva come verranno utilizzati, nel Suo programma oltre a quelli già descritti, gli 11,5 miliardi previsti dal PNRR per la Lombardia?
Sul PNRR l’attuale giunta ha fatto una scelta poco comprensibile, affidando centinaia di milioni di euro stanziati dal PNRR ad ARIA, l’Azienda Regionale per l’Innovazione e per gli Acquisti, che si è distinta in negativo negli anni di pandemia: ricordiamo tutti il sistema di tracciamento lombardo in tilt più volte, per non parlare dell’inizio della campagna vaccinale. È talmente inefficiente che persino il centrodestra stesso prevede di riformarla nel suo programma. Ecco, il punto è chiaro: anziché creare una struttura ad hoc dove convogliare le migliori energie lombarde per gestire i fondi del PNRR si è deciso di assegnarne molte ad uno dei suoi esempi più disfunzionali. Al contrario, noi creeremo un assessorato dedicato al PNRR alle politiche europee e ai finanziamenti per poter assicurare la giusta competitività e valorizzazione della Lombardia.