Il vero cambiamento si realizza con coraggio, competenza e rigore morale in unpercorso partecipato che metta insieme la spinta civica e quella politica.
L’importate è non venir mai meno ai propri principi e avere sempre come riferimento il bene dei cittadini e delle comunità, mettendo al centro la persona e i suoi diritti.
Dottoressa Bianchi, lei è un volto noto della televisione italiana: una lunga carriera come giornalista, da oltre venti anni conduttrice e autrice del programma televisivo “Linea blu”, ex presidente del WWF Italia, Presidente del Parco Nazionale delle Cinque Terre. Come mai questa virata verso la politica? Quando nasce questo progetto? Ci racconti com’è andata.
La mia è una candidatura di servizio, dopo che per anni mi sono impegnata in maniera attiva nella società civile ho scelto di mettermi a disposizione dei cittadini e dei territori di questa regione perché credo ci sia bisogno di dare risposte a chi non si riconosce in una politica che non guarda al futuro. Sono convinta che per andare oltre i soliti slogan serva un percorso partecipato che metta insieme la spinta civica e quella politica.
La sua storia professionale e di vita la lega particolarmente alle tematiche della sostenibilità ambientale e della tutela dell’ecosistema, temi di estrema importanza e attualità. Quali altri temi rappresentano, oggi, priorità imprescindibili per la Regione, e qual è il suo approccio per affrontarli?
Purtroppo le criticità sono tante, penso alla Sanità, al welfare, ai trasporti. Tutte tematiche sulle quali la Regione può fare tanto. Bisogna partire dal concetto di diritto: il diritto ad avere cure adeguate, ad avere una vita dignitosa, a non essere discriminato, a potersi spostare con facilità e così via. Ecco, è questo l’approccio: mettere la persona al centro e fare in modo che abbia quello che ha il diritto di avere.
Si appresta a vivere una nuova sfida in cui le speranze, le possibilità di vittoria sono quasi nulle, rimarrà, comunque, come consigliera? Se si, considerando la sua esperienza, la sua professionalità, quale sarà il suo valore aggiunto in un mondo per niente facile come quello in cui sta per entrare?
Credo sia importante che nelle Istituzioni entrino persone che hanno a cuore gli interessi dei cittadini e non di questo o quel partito. Mi auguro che gli elettori mi diano fiducia, comunque vada, non rinuncerò a portare avanti tutte quelle battaglie che hanno come comune denominatore il bene comune e la difesa di chi non ha voce.
Ha definito la sua, una candidatura di servizio. Oggi la politica trova ancora vita in questa parola o è fatta più di compromessi che di azioni concrete per il bene comune?
Penso che il compito della politica sia quello di dare risposte e di trasformare i problemi in soluzioni. Più che di compromessi parlerei di mediazioni, che a volte possono rendersi necessarie. L’importante è non venir meno ai propri principi e avere sempre come stella polare il bene dei cittadini e delle comunità.
Come si realizza un vero cambiamento?
Si realizza con il coraggio, con la competenza e con il rigore morale. Non servono piccoli aggiustamenti, misure tampone o contentini a pioggia che in apparenza risolvono il problema ma che in realtà lo procrastinano. Dobbiamo pensare ad un nuovo modello di gestione che guardi al futuro, alla Regione che vorremmo. Solo con una visione programmatica ad ampio raggio si possono gettare le basi per realizzare una rivoluzione copernicana che i cittadini del Lazio meritano.
Che cosa farà o cosa può fare la differenza il prossimo 12 e 13 febbraio?
La differenza la faranno i cittadini delusi, quelli che sono stati lasciati indietro, coloro che sono sfiduciati da un tipo di politica che non guarda ai bisogni di molti ma agli interessi di pochi. La faranno le famiglie che non arrivano a fine mese, le imprese che sono state lasciate sole, chi non può curarsi. La faranno coloro che sono stanchi di ascoltare promesse elettorali che non vengono mantenute e vogliono respirare un’aria nuova.