L’incidenza rilevante della pandemia sul lavoro femminile
L’emergenza pandemica in corso ha inciso profondamente nella vita dei lavoratori dal punto di vista dell’interdizione da alcuni luoghi di lavoro, dell’introduzione o del rafforzamento dello smart-working nelle dinamiche aziendali.
Una tra le categorie maggiormente colpite dall’impatto del Sars-Cov-2 è stata sicuramente quella delle lavoratrici attive nel nostro tessuto produttivo nazionale. Le motivazioni variano in base a vari fattori tra i quali l’appartenenza a posizioni lavorative meno tutelate contrattualmente, la presenza in settori molto penalizzati dall’evoluzione pandemica, la tendenza e privilegiare il fattore “maschile” in fase di scelta obbligata.
La percentuale di donne che ha perso il lavoro durante la pandemia è pari al doppio di quella dei maschi.
E’ importante sottolineare come la pandemia abbia accentuato una tendenza già presente nel mercato italiano ovvero il trend di “sfiducia” verso la componente femminile a livello di conferme, inserimenti e re-inserimenti, trend che affonda le sue radici nella contrattualizzazione pregressa e vigente finalizzata si a tutelare le lavoratrici ma non ad agevolare veramente le aziende in caso di assenza causa maternità mediante de-tassazione e altri interventi strutturali.