mercoledì 22 Marzo 2023
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C’era una volta il merito creditizio

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C’era una volta il merito creditizio: quell’insieme di regole che classificano una impresa e la rendono più o meno affidabile sotto il profilo creditizio

Secondo la società di fintech Modefinance, a causa del Covid il rating delle PMI italiane sta subendo un pesante declassamento che le porta ad essere poco e per nulla finanziabili con i canali tradizionali.

C’era una volta il merito creditizio, vale a dire quell’insieme di limiti e regole che permettono di classificare una impresa e renderla più o meno “affidabile” sotto il profilo creditizio.

Uno studio di Modefinance ha rilevato che, causa la crisi provocata dalla pandemia, il 55% delle PMI subirà una “retrocessione” nel proprio rating, cancellando i progressi degli ultimi 5 anni e rendendole, di fatto, poco o per niente finanziabili secondo gli standard bancari finora applicati.

Lo studio, basato sull’analisi dei bilanci di oltre 85mila PMI è alquanto allarmante e stima che mentre “una impresa su due andrà incontro a un calo di una o due classi del merito di credito, un ulteriore 20% farà uno scivolone di tre classi”.

Nei 5 anni pre-Covid molte aziende erano faticosamente entrate nella situazione di “solvibilita” (rating BBB), il loro indebitamento totale (levarage) era sceso dal 3,4 al 2,7 e l’indebitamento finanziario era diminuito da 0,87 a 0,72.

La situazione attuale, invece, vede una netta inversione di tendenza, con il valore del rating che si sposta rapidamente verso la B, che significa “rischio di elevata volatilità”.

Secondo i dati di Modefinance più di 70mila PMI italiane diventeranno quindi meno affidabili per i propri clienti e i fornitori, ma anche per le banche e anche le imprese che ante-Covid non sono certo al sicuro. In base al campione considerato le aziende in rating C (rischio molto elevato) da 1,11% passano al 13,8%, mentre quelle in doppia C (rischio elevato) dal 2,81% al 17,45%.

Il rating è destinato, secondo le proiezioni, a rimanere stabile solo per il 15% circa delle imprese e a migliorare solo nell’1,36% dei casi.

La speranza, come commentano da Modefinance, è che le imprese italiane “dimostrino resilienza, si orientino a forme alternative di credito e a sistemi di efficientamento del circolante, oltre a una migliore gestione del cash flow”.

In attesa del Recovery Plan e di una ripresa economica globale che faccia rivedere, questa volta in meglio, anche i parametri del merito del credito.

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