News | 23 aprile 2025, 12:00

Trump e dazi: la sfiducia del turismo internazionale

La politica di Trump ha destabilizzato il mondo. I mercati hanno subito fluttuazioni importanti, condizionando l’economia globale. Il mondo del travel è stato notevolmente influenzato, sia sull’opinione pubblica dei turisti, sia sull’economia dei prezzi. L’America sembra perdere sempre più quel fascino che sempre l’ha contraddistinta.

Trump e dazi: la sfiducia del turismo internazionale

Bentornati alla nostra rubrica settimanale sul Turismo. Dopo i dazi trumpiani il commercio ha subito grandi fluttuazioni, specialmente il commercio internazionale, e tutti i settori hanno subito diverse influenze sia positive che negative. 
Il turismo è una forma anomala, se così vogliamo definirla, di commercio e oggi scopriremo come e se ha subito cambiamenti con le politiche di Trump.

Da sempre l’America ha avuto un fascino particolare che attrae a sé milioni di persone, tuttavia, in un'epoca di tariffe doganali, disordini transatlantici e di detenzioni ingiustificate da parte degli ufficiali dell'immigrazione, il paese sembra perdere un po’ di quel fascino che per decenni hanno caratterizzato il paese.
Il presidente Trump  ha deciso di intraprendere una guerra economica con chi, secondo lui, ha per anni sfruttato e depredato l’America. Questa politica decisa e del tutto imprevedibile ridimensiona, almeno momentaneamente, il commercio mondiale e di conseguenza il turismo. La politica aggressiva e molto chiara, almeno per quanto riguarda l’obiettivo, se consideriamo il motto “Make America Great Again”, risulta essere altrettanto difficile da prevedere sul piano della forma e delle azioni. Allo stesso modo risulta difficile conoscere il fine ultimo dei dazi trumpiani; se servono a riportare l’industria manifatturiera in America, o se hanno un fine negoziale, anche di ampio raggio. 
Di fatto, il turismo non è che una forma di esportazione fatta non esportando beni e servizi, ma “importando” consumatori da altri paesi, che dunque spenderanno parte del loro reddito nel paese di destinazione. Dal punto di vista finanziario si tratta di commercio internazionale, con logiche simili alle altre forme di commercio. 
I dazi di Trump hanno una ripercussione non indifferente sugli arrivi e sulle presenze nel paese, infatti, nel mese di febbraio, il numero di viaggiatori stranieri in arrivo è stato inferiore del 12% rispetto all'anno precedente, secondo i dati della US International Trade Administration.
Gli arrivi dall'Europa occidentale, che tradizionalmente rappresentano la maggior parte del turismo, sono diminuiti del 17% nello stesso periodo. I tedeschi, grandi viaggiatori e amanti del paese, hanno limitato le loro partenze verso l’America, con una diminuzione del 29%. Non solo, anche i paesi come il Lussemburgo e l’Islanda hanno registrato un calo rispettivamente del 43% e del 35%. Dati che raccontano di un disagio diffuso del settore turistico nei confronti degli Stati Uniti. D’altra parte, anche i viaggi verso l’Europa sono in diminuzione. Si configura quindi un quadro che negativo, soprattutto per l’Italia e le sue città d’arte, in quanto gli americani rappresentano il primo segmento di mercato per importanza. 
I dazi, tuttavia possono avere anche un risvolto diverso se visto da un differente punto di vista. Infatti, con l’aumentare dei dazi gli americani potrebbero essere maggiormente intenzionati a comprare direttamente in loco all’estero. Un esempio chiarissimo è quello dello shopping-tourism, una pratica turistica molto diffusa e che potrebbe portare grandi vantaggi, soprattutto per i paesi che della moda ne fanno un marchio ben preciso, come l’Italia. Come abbiamo già detto i dazi possono manifestare diverse problematiche, ma anche opportunità. Sarà necessario mantenere gli occhi vigili sui prossimi passi e capire dove posizionarsi sul mercato comprendendo sia i punti di debolezza a cui si andrà incontro, sia le opportunità che il mercato offrirà. 

Zaki Lombardo