Galleristi collezionisti artisti temano le conseguenze di queste tensioni geopolitiche soprattutto in riferimento alla circolazione delle opere e dei relativi materiali. Fino ad oggi le importazioni in America di opere d’arte provenienti dalla Cina erano tassate al 7,5% ridotte dall’amministrazione Biden, Trump , con un avviso della United States Federal register, ha minacciato di alzare il dazio al 10 o addirittura il 20. Secondo l’arte market report di UBS fatto per Art Basel si è rilevato un rallentamento delle vendite in America mentre la Cina ha avuto un incremento del 19% superando la Gran Bretagna. Il rallentamento economico e la crisi immobiliare della Cina si sono fatti sentire Tant’è vero che un report di Art Price sugli scambi all’asta evidenzia un calo del 32% sul fatturato d’arte contemporanea ad Hong Kong, pur confermando che questo centro rappresenta la piazza più performante dopo New York, grazie anche alle aperture di nuove sedi come christie’s sotheby’s e Bonham&Phillips , rassicurando il futuro sviluppo della domanda da parte del mercato cinese. Ormai in America si percepisce la tensione politica, in Europa le generazioni dei collezionisti si sta ridimensionando mentre in Asia c’è grande attenzione a riguardo dell’arte straniera oltre che ovviamente Grandi, disponibilità finanziaria.
- A fine marzo aprirà Art Basel Hong Kong, dove accanto alla pittura verranno introdotte nuove tecniche come performance e installazioni digitali, verrà infatti aperta la sezione Discoveries un reparto dedicato alle nuove proposte.
- Sempre in Cina a Shenzen, la grande area paragonabile alla Silicon Valley americana che presto assumerà l’identità di centro tecnologico di rilievo economico verrà costruito un complesso museale che apparirà come futuro punto di riferimento collezionisti che attraverso i loro family Office si occuperanno della diversificazione dei patrimoni. Sono già andati infatti manifestazioni come Shenzen biennale e Shenzen design Week che con le loro iniziative a tentano di spostare l’attenzione dei collezionisti cinesi dall’arte tradizionale locale ad un gusto più avanguardistico e in cerca di sperimentazione. In quel suo contesto. E grazie agli scambi culturali tra Italia Cina l’arte e il design italiano incominciano ad essere apprezzati. Non era trascurare la partecipazione, comunque anche dei paesi limitrofi come Taipei Singapore, Filippine ed anche Thailandia, dove ha inizio anno inaugurato la Bangkok Kunsthalle grazie all’idea di una collezionista thailandese coreana insieme ad un curatore italiano Stefano Rabolli Pansera.
- Occorre pertanto restare in attesa di quello che sarà la politica economica americana con le nuove iniziative trumpiane in materia di dazi , e le possibili ritorsioni sullo stesso territorio americano infatti le prospettive future di galleristi case d’aste collezionisti artisti che temono la ricaduta sulla circolazione dell’arte e sul costo delle materie prime per realizzare le opere a riferimento ad esempio alla ritorsione del Canada sull’aumento dei dazi pari al 25% che riguarderebbero anche i dipinti; ecco che si apre un occhio sull’Europa infatti, Londra, Parigi, Svizzera e Italia possono essere sbocchi molto più stabili. Nel frattempo,Messico ed Australia, stanno prendendo tempo sperando di trovare degli accordi entro aprile.
- Occorrerà tenere alta l’attenzione su come si evolverà lo scenario europeo, sempre mantenendo un occhio sullo sviluppo asiatico che nel medio termine potrà dare alcune soddisfazioni.