News | 18 aprile 2025, 12:00

Escort con Partita IVA

Il nuovo codice Ateco apre alla regolarizzazione del lavoro sessuale

Escort con Partita IVA

In Italia, la questione della regolamentazione del lavoro sessuale è sempre rimasta sospesa tra tabù culturali e ambiguità legislative. Ma dal 1° aprile 2025 qualcosa è cambiato: prostituzione e attività di escort entrano ufficialmente nei perimetri economici dell’Istat. Con l’introduzione di un codice Ateco su misura all’interno della nuova classificazione economica, anche chi offre prestazioni sessuali potrà — o dovrà — pagare le tasse in base a parametri specifici.
Una svolta significativa che, secondo l’Istituto di statistica, non configge con le attuali leggi in materia. L’obiettivo è far emergere un settore storicamente sommerso, portandolo alla luce del fisco e della statistica economica. I codici Ateco, elaborati in collaborazione con l’Agenzia delle Entrate e le Camere di commercio, sono infatti essenziali per l’apertura di una Partita IVA, e consentono di identificare in modo standardizzato ogni attività ai fini fiscali, contributivi e statistici.
Tra le nuove categorie introdotte spicca il codice 96.99.92, dedicato ai «Servizi di incontro ed eventi simili». La descrizione è chiara e dettagliata: comprende «attività connesse alla vita sociale, ad esempio attività di accompagnatori e di accompagnatrici (escort), di agenzie di incontro e agenzie matrimoniali; fornitura o organizzazione di servizi sessuali, organizzazione di eventi o gestione di locali di prostituzione; organizzazione di incontri e altre attività di speed networking».
Fino a oggi, molte escort e sex worker avevano tentato di regolarizzarsi inquadrando la propria attività sotto voci generiche come “servizi alla persona” o “intrattenimento”. Un adattamento forzato e privo di tutele, che lasciava margini di incertezza sia per i lavoratori che per l’amministrazione fiscale. L’introduzione del nuovo codice segna dunque un punto di svolta, almeno sul piano economico, aprendo scenari di maggiore trasparenza, accesso ai diritti contributivi e — auspicabilmente — anche di protezione legale.
Tuttavia, la novità solleva anche interrogativi di natura etica e giuridica. La legge Merlin del 1958, ancora in vigore, proibisce lo sfruttamento e la gestione di case chiuse, ma non vieta in modo esplicito la prostituzione in sé, se svolta in forma autonoma. Questo nuovo codice Ateco sembra quindi porsi in un’area intermedia: uno spazio dove l’attività individuale viene accettata come professione, ma resta priva di un riconoscimento pieno sul piano normativo. La possibilità per le escort di emettere fattura potrebbe, in teoria, offrire maggiori garanzie anche ai clienti — ma apre scenari giuridici complessi e ancora inesplorati.
C’è poi il nodo della dignità del lavoro e del riconoscimento sociale. Molti operatori del settore rivendicano da anni il diritto di lavorare in sicurezza, di pagare le tasse come chiunque altro, ma anche di ricevere tutela, previdenza, accesso alla sanità e, soprattutto, rispetto. Questo codice Ateco potrà essere un primo passo, ma non basta: è la cornice normativa — e culturale — a dover cambiare.

Stefano Farinetti