Il Consiglio dei Ministri ha recentemente approvato, in esame preliminare, un decreto legislativo che modifica il concordato preventivo biennale, coinvolgendo circa due milioni di partite IVA. La misura rientra nell’ambito della riforma fiscale avviata dal Governo e punta a stabilire criteri più rigidi per la determinazione del reddito concordato, introducendo nuove aliquote sulle eccedenze di reddito e prorogando i termini per l’adesione.
Aumento delle aliquote sulle eccedenze di reddito
Significativa la modifica dell’aliquota applicata al reddito incrementale che supera la soglia di 85.000 euro. Per i soggetti IRPEF e IRES, l’aliquota passa dal 15% al 43% e 24% rispettivamente. La misura mira a garantire un contributo fiscale maggiore da parte dei redditi più elevati, aumentando il gettito fiscale complessivo e riducendo il rischio di sotto-dichiarazione dei redditi. Viene poi introdotto un nuovo metodo di revisione del reddito presunto, che avrà alla base nuovi coefficienti elaborati dall’Agenzia delle Entrate. Si cerca in questo modo di rendere il concordato uno strumento più aderente alla realtà economica delle partite IVA, evitando sottostime eccessive del reddito imponibile.
Proroga delle scadenze e esclusione dei forfettari
Il decreto prevede, inoltre, una proroga dei termini per l’adesione al concordato preventivo biennale. La scadenza del 2025 viene posticipata al 30 settembre, offrendo ai contribuenti un periodo più ampio per valutare e aderire al concordato, soprattutto in considerazione delle nuove regole più stringenti per la categoria.
Altro elemento chiave della riforma è l’esclusione dei contribuenti in regime forfettario dal concordato. La scelta del Governo è stata motivata dal fatto che il regime forfettario prevede già un sistema semplificato di tassazione e ha quindi ritenuto che l’inclusione dei forfettari nel concordato potesse generare vantaggi eccessivi rispetto ai contribuenti in regime ordinario.
Impatti della riforma
Le modifiche introdotte mirano a rendere il concordato preventivo uno strumento più efficace contro l’evasione fiscale, incentivando una dichiarazione dei redditi in linea con la realtà economica delle imprese e dei professionisti. L’aumento delle aliquote e il nuovo metodo di calcolo garantirebbero un maggiore gettito fiscale, mentre l’esclusione dei forfettari porterebbe un equilibrio nel carico fiscale tra le diverse categorie di contribuenti.
Ulteriori dettagli dovrebbero essere forniti, nei prossimi mesi, dall’Agenzia delle Entrate riguardo le modalità di applicazione delle nuove norme.