La Legge di Bilancio 2025 (Legge n. 207/2024), approvata recentemente dal Parlamento e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dello scorso 31 dicembre 2024, introduce varie novità in ambito fiscale, previdenziale e di sostegno alle famiglie. Essa rappresenta la terza manovra del governo Meloni e mobilita 30 miliardi di euro, più della metà dei quali è destinata alla riduzione del cuneo fiscale e alla riforma degli scaglioni Irpef che diventano strutturali.
Vediamo da vicino queste due principali misure, che rappresentano un sostegno ai redditi medio bassi.
Il taglio del cuneo fiscale è stato confermato e reso strutturale per i redditi medio bassi ed esteso anche ai redditi fino a 40.000 euro, con benefici per ulteriori 3 milioni di contribuenti.
Si introduce un nuovo strumento che prevede il riconoscimento di una somma per i lavoratori dipendenti con reddito fino a 20.000 euro, che non concorre alla formazione del reddito complessivo ai fini Irpef, determinata da una percentuale applicata al reddito da lavoro dipendente:
• 7,1% per redditi fino a 8.500 euro;
• 5,3% per redditi tra 8.500 e 15.000 euro;
• 4,8% per redditi superiori a 15.000 euro.
Il taglio del cuneo resta contributivo per i redditi fino a 20.000 euro mentre per i redditi tra 20.000 e 40.000 euro il taglio diventa fiscale, con una detrazione fissa di 1.000 euro fino a 32.000 euro, detrazione che diminuisce progressivamente fino ad azzerarsi tra i 32.000 e i 40.000 euro.
Confermata e resa strutturale anche la revisione delle aliquote Irpef a tre scaglioni (23%, 35% e 43%), già introdotta per il 2024, che prevede l’accorpamento dei primi due scaglioni di reddito con l’applicazione dell’aliquota al 23% sugli imponibili fino a 28.000 euro lordi, anziché fino a 15.000 euro, come in precedenza.
Sono quindi confermate le aliquote per scaglioni di reddito da impiegare, a decorrere dall’anno 2025, per il calcolo dell’imposta lorda sul reddito delle persone fisiche così articolate:
• fino a 28.000 euro, 23%;
• oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro, 35%;
• oltre 50.000 euro, 43%.
Le due misure, taglio del cuneo e accorpamento delle prime due aliquote Irpef, determinano un effetto complessivo pari a circa 18 miliardi annui.