News | 06 dicembre 2024, 07:54

Multe più ''salate'' dal 2025: rincari dal 6%

Le associazioni dei consumatori chiedono al governo un intervento per evitare l'impatto sui cittadini

Multe più ''salate'' dal 2025: rincari dal 6%

Dal 1° gennaio 2025 le sanzioni per infrazioni stradali potrebbero subire un aumento, legato all’adeguamento automatico all’inflazione previsto dal Codice della strada. Secondo le stime, i rincari potrebbero oscillare tra il 6% e il 17,6%, a seconda delle modalità di applicazione della norma. L’allarme è stato lanciato dalle associazioni dei consumatori, che sollecitano un intervento urgente del governo per evitare un ulteriore peso economico sulle famiglie.

L’articolo 195 del Codice della strada prevede che ogni due anni le sanzioni amministrative siano aggiornate sulla base della variazione dell’indice dei prezzi al consumo accertata dall’Istat. Questo adeguamento era stato sospeso negli ultimi due anni per limitare gli impatti economici post-pandemia, ma senza un intervento normativo, il meccanismo tornerà in vigore nel 2025. Secondo Assoutenti, un rincaro del 6% porterebbe, ad esempio, la multa per l’uso del cellulare alla guida da 165 a 175 euro (+10 euro) e quella per il divieto di sosta da 42 a 45 euro (+3 euro).

Per violazioni più gravi, come il superamento dei limiti di velocità oltre i 60 km/h, l’importo salirebbe da 896 a 947 euro (+51 euro). L’Unione Nazionale Consumatori (Unc) avverte però che l’aumento potrebbe essere ancora più significativo, arrivando al 17,6%. Questo perché, secondo l’associazione, si potrebbe includere anche l’adeguamento per gli anni 2020-2022, precedentemente sospeso. In tal caso, le multe subirebbero incrementi molto più elevati.

Gabriele Melluso, presidente di Assoutenti, sottolinea che pur essendo fondamentale perseguire le violazioni che mettono a rischio la sicurezza stradale, aumentare le multe non è la soluzione. Propone invece un piano educativo biennale nelle scuole superiori per sensibilizzare i giovani alla guida responsabile. Le associazioni chiedono al governo di prorogare ulteriormente la sospensione degli adeguamenti per evitare un impatto economico sproporzionato, in particolare in un momento di crescente pressione inflazionistica. 

a.f.