Gli italiani continuano ad avere fame di notizie e informazioni, anche se l’interesse per le news è diminuito negli ultimi anni (dal 74% del 2016 al 40% nel 2024). E se la televisione resta il mezzo informativo principale a cui attingere, l’online avanza verso un probabile, prossimo sorpasso, come già avvenuto in altri Paesi. Questa la fotografia scattata dal Digital News Report Italia 2024, a cura di Alessio Cornia, professore associato della Scuola di comunicazione presso l'Università di Dublino e ricercatore associato presso il Reuters Institute dell'Università di Oxford, in collaborazione con l'Università di Torino - Master di giornalismo e con il patrocinio della Rai.
Uno scenario che il servizio pubblico radiotelevisivo accoglie con particolare interesse, ribadendo che “è questa la nuova sfida che oggi la Rai, come tutti i media di servizio pubblico europei, deve affrontare: conservare, anche nel passaggio all’informazione digitale, la centralità e la rilevanza di arena pubblica, di confronto tra idee diverse, funzionale a garantire ai cittadini le informazioni necessarie ad un giudizio critico. Se il mezzo radiofonico e televisivo ci aveva visti pionieri nella tecnologia, nella produzione e nella distribuzione, dandoci in questi casi una posizione centrale in partenza, non è invece impresa da poco diventare riferimento per tutti gli italiani nel digitale”.
Dal Digital News Report Italia 2024 emerge, inoltre, un clima di sfiducia generalizzata, laddove le testate meno schierate, capaci cioè di parlare al grande pubblico, riescono ancora a fare breccia. Gli utenti fruiscono dei siti d’informazione soprattutto grazie a motori di ricerca, aggregatori, social, a scapito di un accesso diretto ai portali informativi. Forte anche l’allarme per una disinformazione sempre più capillare e sottile, verso la quale gli italiani mostrano preoccupazione. Ma l’eccesso di informazione, l’essere sopraffatti da news e contenuti informativi, spinge a evitarli di proposito. Diminuisce, infine, la propensione a pagare per abbonarsi a siti online e testate; ma, se i costi fossero più bassi, questa disponibilità sarebbe superiore. Dietro questo scenario, la sfida quindi è specializzare l’offerta informativa per un pubblico più specializzato, esigente: superare l’informazione di base, non approfondita; fornire “notizie che offrano prospettive diverse, nuove e originali sui temi di attualità”, chiarisce il report.
All’interno di quanti si mostrano meno interessati che in passato alle notizie, si nota come questo interesse sia più ridotto tra le donne, tra i più giovani, tra chi ha minori livelli di reddito e istruzione e tra chi si colloca politicamente al centro o non vuole collocarsi. Tuttavia, gli italiani consultano spesso le notizie: il 63% accede all’informazione giornalistica più volte al giorno, mentre solo il 4% si informa meno di una volta alla settimana o mai
(Fonte: rainews24)