LE PROROGHE ALLE CONCESSIONI BALNEARI
Con tre sentenze il Consiglio di Stato ha ribadito che le proroghe generalizzate delle concessioni demaniali agli stabilimenti sono illegittime perchè contrastanti con i principi di concorrenza e di libertà di stabilimento sanciti non solo dalla Direttiva Bolkestein, ma anche dall'art. 49 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea. Anche di questo si è parlato nell'ultima puntata di Numeri, approfondimento di Sky TG24
COME FUNZIONANO LE GARE
In una nota il Consiglio di Stato ha ribadito "la necessità, per i Comuni, di bandire immediatamente procedure di gara imparziali e trasparenti per l'assegnazione delle concessioni ormai scadute il 31 dicembre 2023". In relazione all'avvio della stagione balneare, il Consiglio di Stato consente, in caso di difficoltà nel completamento della gara, la sola proroga c.d. tecnica fino al 31 dicembre 2024
COSA RISCHIA L'ITALIA
Sul tema delle concessioni balneari l'Italia si contrappone a Bruxelles e rischia multe salate perché continua a rinviare la liberalizzazione del settore con vari argomenti tra cui, l'ultimo, è quello della scarsità delle risorse: secondo il Governo c'è abbondanza di spiagge libere e solo il 33% è dato in licenza ai privati per scopi turistici
COSA DICE L'EUROPA
Secondo la Commissione Europea, l'Italia ha considerato "spiagge libere" anche le aree demaniali non disponibili come le coste rocciose, i porti commerciali e le zone marine protette
QUANTO GUADAGNA L'ITALIA DALLE CONCESSIONI
La situazione vede interessi politici ed economici rilevanti. Dalle oltre 16mila concessioni esistenti lo Stato ricava in media poco più di 100 milioni l'anno grazie ai canoni. Le spiagge sono infatti di proprietà pubblica. Una cifra che appare bassa, secondo la Corte dei Conti, se si valutano i fatturati dei gestori che nel 2024 possono contare su canoni più leggeri ridotti del 4,5% annuo a causa dell'inflazione
CHI CONCEDE LA CONCESSIONE IN UE
Dei Paesi europei, a parte l'Italia, Grecia, Croazia, Francia fanno regolarmente le gare previste dalla direttiva Bolkenstein per vedere chi deve gestire gli stabilimenti balneari. In Spagna non c'è il concetto di concessione demaniale sulla spiaggia, in Portogallo si fanno le gare con un piccolo vantaggio per chi già gestisce lo stabilimento e proprio per questo anche Lisbona ha ricevuto la procedura d'infrazione dall'Europa
IL CASO DI JESOLO
Jesolo è un comune con una vocazione turistico balneare molto forte, il sindaco Christopher De Zotti del partito di Fratelli d'Italia ha messo le spiagge comunali a gara
CHI GESTISCE LE SPIAGGE DOPO LE GARE
Il lungomare di Jesolo è stato diviso in 16 tratti e le gare hanno visto per 8 volte vincere i gestori precedenti, su due tratti hanno vinto nuovi gestori e 6 tratti restano ancora da assegnare
CHI HA PARTECIPATO ALLE GARE PER GESTIRE LE SPIAGGE DI JESOLO
Sui 16 tratti di spiaggia di Jesolo, per otto volte c'è stata una sola offerta del gestore che già l'aveva in carico, per le altre 8 spiagge ci sono state due offerte ciascuna (quella del gestore attuale e un concorrente). Non sono arrivate offerte da società straniere
L'INTERROGAZIONE EUROPARLAMENTARE
A protestare contro le gare di Jesolo è stato anche l'esponente del Pd Elisabetta Gualmini che, al Parlamento europeo, ha presentato un'interrogazione sul bando di gara di Jesolo dicendo che per come era fatta sfavoriva i precedenti gestori e favoriva troppo grandi gruppi industriali
LA RISPOSTA DEL COMMISSARIO EUROPEO SUL CASO JESOLO
Il commissario europeo Thierry Breton ha risposto all'interrogazione di Gualmini dicendo che il bando di Jesolo va bene, ogni Paese veda come garantire anche le politiche sociali