Politica per le Partite Iva | 07 febbraio 2023, 23:34

Intervista a Pietro Bussolati, candidato al consiglio regionale della Lombardia con il PD

Intervista a Pietro Bussolati, candidato al consiglio regionale della Lombardia con il PD

 

Quali sono i punti cardine del Suo programma?
In Lombardia, sono oltre 250mila i giovani che non studiano e non lavorano, abbiamo un enorme problema di reddito in relazione al costo della vita. A livello nazionale occorre proseguire nel taglio delle tasse sul lavoro mentre a livello regionale applicare disposizioni su equo compenso e aumentare il compenso dei tirocini extracurricolari, promuovere forme di contratto stabili e garantire equo compenso ai professionisti. Nella nostra Regione, in cui la sanità rappresenta l’80% del bilancio; vige il ricatto sanitario del “o paghi o aspetti”, prodotto da quasi 30 anni di governi regionali di centrodestra che progressivamente hanno smantellato la sanità pubblica a favore del privato. Dobbiamo invertire la tendenza incentivando la copertura delle zone ad oggi sprovviste dai medici di base, a partire da quelle con maggiori fragilità sociali e dall’abbattimento delle liste d’attesa. Sul fronte delle famiglie, vogliamo creare più posti per gli asili nido, potenziare le iniziative sociosanitarie e rendere accessibile e funzionante l’albo per babysitter e badanti. Da noi, il diritto alla casa è calpestato: offriamo gli alloggi sfitti da ristrutturare a lavoratori che possono intervenire spalmando sull’affitto i costi e sul modello di quanto adottato dal comune di Milano poniamo regole per una quota di affitto e vendita convenzionata sulle nuove costruzioni. Inoltre, il trasporto ferroviario è del tutto inefficiente. Vogliamo investimenti credibili per un futuro sostenibile della nostra Regione e garantire il diritto dei pendolari a spostarsi in treno senza continui disagi, in modo sicuro ed efficiente promuovendo, insieme, lo sviluppo delle interconnessioni.

In Lombardia hanno sede oltre 800.000 imprese, pari al 18,5 per cento del totale nazionale e le Partite Iva sono in continuo aumento rappresentando una grande fetta del motore economico regionale e nazionale. Quali azioni sono previste nel Suo programma per il sostegno alla Piccola Media Impresa e alle Partite Iva?
La nostra regione deve essere partner della piccola e media impresa lombarda, che ha un ruolo cruciale nello sviluppo del nostro territorio, ma che spesso affronta difficoltà legate al ricambio generazionale e alla scarsa capitalizzazione. La prima necessità è quella di incentivare l’accorciamento della filiera, favorendo il rientro dei capitali investiti altrove con sgravi fiscali e zone economiche speciali. Occorre offrire strumenti per una managerializzazione dell’industria lombarda, come voucher per l’assunzione di personale altamente qualificato, e per una risposta all’innovazione tramite lo sviluppo di partnership pubblico-privato sull’esempio dell’Istituto bavarese Fraunhofer. Del resto, gli incentivi per la digitalizzazione hanno poco effetto se non si legano ad una revisione organizzativa che faccia vincere alle imprese lombarde la sfida della successione generazionale e del confronto con i centri di ricerca pubblici e privati.

Potrebbe illustrare ai lettori del Giornale delle Partite Via come verranno utilizzati, nel Suo programma, gli oltre 11 miliardi previsti dal PNRR per la Regione Lombardia?
I fondi europei del Next Generation EU sono un’enorme opportunità per il territorio. Tuttavia, devono essere spesi entro il 2026 e molti enti locali sono in grande difficoltà nel riuscire a gestire la mole di azioni necessarie per sfruttarli al massimo. Manca in particolare un supporto per i comuni più piccoli, che da soli non possono affrontare la stesura di richieste per i bandi europei. Per questo vogliamo la creazione di una cabina di regia dedicata, che gestisca centralmente le sfide del PNRR, e centri di competenza regionali per organizzare e diffondere le capacità di programmazione e sviluppo in una chiave cooperativa tra le istituzioni.
Al tempo stesso la Lombardia, grazie a Milano e al suo sindaco Beppe Sala, vivrà la sfida delle Olimpiadi invernali. Prima ancora, nel 2023, Bergamo e Brescia saranno “Capitale Italiana della Cultura 2023”. I grandi eventi sono un’opportunità per creare occasioni di investimento, aumentare i flussi turistici e valorizzare il territorio. Per arrivare preparati a tutto questo e per fare in modo che tutti i territori ne beneficino, sia quelli direttamente interessati che quelli circostanti, vogliamo agire in due direzioni. Da un lato, sostenere e promuovere la realizzazione di eventi culturali e sportivi, collegati al main event, ma diffusi su tutti i territori lombardi, anche quelli più marginali e in genere dimenticati. Dall’altro, vogliamo facilitare i movimenti all’interno della Regione, come si è riusciti a fare per EXPO2015, collegando i centri di interesse con le aree secondarie, e sostenere la creazione di percorsi ad hoc, come ad esempio un “percorso olimpico”, che possano diventare occasione di scoperta del territorio.


Entrando più nello specifico sul lavoro – come Lei sa – è tra i problemi più sentiti dagli italiani dal quale deriva la necessità di nuovi slanci, nonché di una equa retribuzione, di una maggiore sicurezza in azienda, una risoluzione delle ataviche problematiche delle Partite IVA ed anche le pensioni, la tassazione sempre più pesante per le PMI. Quali sono le sue proposte per la Regione?
Servono norme per istituire un equo compenso e, in attesa di una normativa nazionale, altre regioni come il Lazio hanno già introdotto norme che consentono ai professionisti, ordinisti e non, di essere protetti rispetto a comportamenti speculativi della grandi aziende, anche pubbliche, a partire dalle partecipate pubbliche di Regione Lombardia. Occorre intervenire sia sui compensi minimi sia sui tempi di pagamento. Inoltre, la ricchezza dei professionisti in Lombardia dovrebbe essere un tramite nella collaborazione pubblico-privato per ridurre burocrazia, dare servizi a cittadini e imprese in modo più rapido stipulando convenzioni con professionisti che possono svolgere un ruolo sia nella certificazione che nell’erogazione di servizi pubblici. Serve un piano di formazione innovativo che promuova imprenditorialità e capacità di gestire Partite Iva o PMI e pensare a un meccanismo di credito di cittadinanza che incoraggi l’autoimprenditorialità.
[20:36, 7/2/2023] Marco: Great. A breve pubblico. Mando link
Grazie mille è stato molto gentile.